domenica 25 luglio 2010

La voce dell’Intrattabile

Malgrado il dolore, il disagio, i dubbi, le angosce, malgrado il desiderio di uscirne, dentro di me non riesco a smettere di affermare l’amore come un valore.
Ascolto tutti gli argomenti che i sistemi più disparati adoperano per demistificare, limitare, cancellare, insomma a svilire l’amore, ma mi ostino: “Sì certo, lo so, però…”. Attribuisco il discredito nei confronti dell’amore ad una sorta di moderna morale oscurantistica, a un realismo-farsa, alla religione della soddisfazione perenne (desidero-ottengo-utilizzo-cambio), a cui tento di oppormi.
A tutto “ciò che non va” nell’amore, contrappongo l’affermazione di ciò che in esso vale. Questa caparbietà è la protesta dell’amore: dietro il coro delle buone ragioni per amare diversamente, si fa udire una voce che dura un po’ più a lungo: la voce dell’Intrattabile.
Il mondo pone ogni iniziativa di fronte a un’alternativa: quella della riuscita o del fallimento, della vittoria o della sconfitta. Io abbraccio un’altra logica: contraddittoriamente io sono al tempo stesso felice e infelice, per me “riuscire” o “fallire” hanno soltanto un significato contingente, effimero (ma ciò non toglie che le mie pene e le mie gioie siano violente); quello che, sordamente e ostinatamente, mi anima non è affatto calcolato: io accetto e affermo, fuori del vero e del falso, fuori di ciò che è riuscito e di ciò che è fallito; non mi pongo alcuna finalità, vivo secondo il caso; se misurato non ne esco né vinto né vincitore: sono tragico.
Mi si dice: questa specie di amore non dà frutti, ma come poter valutare ciò che fruttifica?
Abbandono gravi incombenze, ragionevoli scrupoli, comportamenti imposti dal mondo, a beneficio d’un compito inutile: il Dovere amoroso. Con discrezione faccio  delle cose pazze: sono l’unico testimone della mia follia.
Quello che l’amore mette a nudo in me è l’energia. Tutto ciò che faccio è guidato da questa folle energia (posso perciò vivere lamentandomi), ma il suo senso è una finalità inafferrabile: esso non è altro che la coscienza della mia forza. Le inflessioni dolenti, colpevoli, tristi, tutto il reattivo della mia vita d’ogni giorno è sconvolto. Io sono solo con la mia energia, votato alla mia propria filosofia.

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