venerdì 19 luglio 2019

Irrilevanti sepolcri


Quanto al campionato del dolore
non mi faccio illusioni sulle mie chances.
Piango irrilevanti sepolcri,
frugo tra ceneri d'estasi elementari,
ho inchinato la nuca alle più rozze clave del fato.
Deludente nel vizio,
nell'infamia ho limiti gravi;
discontinue sono le mie colpe,
dilettantesche le ambizioni.
M'hanno negletto repentine domestiche a ore,
tradito funesti carpentieri,
calpestato neri tacchi di vigili motociclisti.
Sfocati arranchi d'angoscia,
flaccide frustrazioni,
morbosità di scarsa tenuta;
e alla cruciale curva degli anni
non più che una distratta impennata.
Questi, amico mio, i miei mezzi.
Non ho, né lo nascondo,
l'occulta lama che tarpa ogni aurora,
l'incessante chiostra che tritura le notti.
Non ho – dice il mio trainer – la classe.
Sul più alto pennone non salirà la mia esigua bandiera,
non a me la dama grigia consegnerà la coppa.

(C. Fruttero)