Il furoshiki è un panno quadro che in Giappone viene utilizzato per avvolgere un oggetto o un insieme di oggetti: regalo, necessario da viaggio, cambio d'abito, spesa, contenuto di borsa. Tutto vi si avviluppa ripiegando i quattro angoli alla maniera giapponese per cui un pacchettino si trasforma in offerta. Maniera che può sembrare complicata ma che risponde ad una semplicità severa. La razionalità giapponese nel furoshiki rivela mistero e flessibilità, oltre a un disegno incantevole.
La ragione occidentale invece non avvoltola, non modella, non compone, ficca in una squadrata valigia che serra con uno scatto, chiude in una tomba.
Nella nostra cecità interpretiamo persino lo yin e lo yang come una diade, senza capire che in realtà si tratta di una trinità: lo yin, lo yang e l'unione dei due.
In Oriente d'istinto si schiva il dualismo, sostituendolo con la triade. Male-bene cede alla contrapposizione tra lo scatenamento e l'equilibrio delle forze in campo; menzogna-verità si stempra nel proverbio "Anche la bugia è un mezzo", che allude ai "mezzi" con i quali il Buddha indirizzava alla verità.
Così interpretata, la vita si fa duttile, discreta, gentile.
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