La mimica emotiva pare avere un doppio senso: conferisce alle contrazioni muscolari un'apparenza di intenzione, un senso premeditato, ma un attimo dopo, non appena la si riconsidera, rivela la sua verità: è un essere preso in prestito, senza efficacia, un epifenomeno; nel migliore dei casi essa denuncerebbe la plumbea necessità che ci schiaccia e il margine sottile che essa lascia alle nostre scelte.
In quest'ultimo caso, il tentativo abortito di lanciare uno sguardo indietro sarebbe lo sfruttamento fugace di un bilanciamento riequilibratore. Comunque sia, l'impotenza della mimica emotiva rivela la profondità della nostra schiavitù: le nostre anime sono troppo piccole e i nostri corpi troppo pesanti.
Nessun commento:
Posta un commento