“Dove stai andando?” mi chiede,
“In nessun posto” rispondo cercando di controllarmi,
“Non si può andare in nessun posto: se vai, da qualche parte arriverai!”
Non so se sono più colpito da quello che mi sta dicendo, o dal fatto che sto parlando ad un gatto…
“Hai ragione” gli rispondo, “ è che mi piace pensare che non ci sia necessariamente una meta al mio cammino, a volte mi sembra che se vado verso un posto preciso, ne divento schiavo, è come se stessi perdendo qualcosa…”
“Ah sì, capisco benissimo” mi fa lui mentre si lecca una zampa “ è un problema che noi gatti abbiamo risolto già molto tempo fa: vedi, all’inizio del mondo, prima che arrivaste voi, la nostra maggiore preoccupazione era di avere sempre qualcosa da fare per mantenere il nostro corpo agile e le nostre unghie affilate, ma tutto quel cercare ci metteva di malumore perché era difficile trovare ogni volta qualcosa di nuovo; così un giorno ci riunimmo per cercare una soluzione: tutti avevano un’idea diversa, ma nessuna sembrava soddisfacente, finché un vecchio gatto bianco impose il silenzio e disse: 'Il vero problema sta nel pensiero dello scopo da raggiungere, io propongo quindi che il nostro allenamento fisico sia ottenuto attraverso il gioco, perché il gioco è fine a se stesso, non ci impone una meta pressante, e allo stesso tempo ci permette di mantenere la forma fisica
e così dicendo balzò in mezzo all’erba, inseguendo una farfalla.
lo sfondo è come il mio!
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