Per godersi un'opera d'arte non occorre essere intenditori, basta avere una mente aperta.
L'arte è come il cibo, nessuno dice "non me ne intendo" quando va al ristorante. L'arte è il cibo dell'anima e della mente: dopotutto si mangia anche per piacere, non solo per sopravvivere.
Bisogna gustare l'arte come un piatto di pasta, senza pensarci troppo, criticando quella scotta e apprezzando quella al dente. Sì perché anche l'arte può essere scotta o al dente: ci sono artisti che si dimenticano le proprie idee sul fuoco e altri che hanno troppa fretta e servono in tavola prima del tempo. Dipende comunque dai gusti: si possono godere quadri stracotti o sculture crude.
L'arte contemporanea è quella più fresca, per gustarla bisogna essere pronti a dei sapori nuovi, come quando si viaggia all'estero e si sperimentano piatti sconosciuti.
L'arte contemporanea può provocare forti emozioni, ma anche molta rabbia: siate pronti e tenetevi forte. Il mio tentativo non è quello di vendervi una bufala, ma di provare a spiegarvi che la bufala in questione non è la fregatura, ma la mozzarella, quindi molto saporita e così fresca da dover essere consumata subito, prima che vada a male...
Non intendo impartire lezioni di storia dell'arte, ma raccontare la storia di come anche il più recidivo degli ignoranti non possa fare davvero a meno dell'arte.
L'arte è il sangue nelle vene della storia del mondo. Non esistono società senza arte e se ci fossero morirebbero dissanguate. C'è andata vicino la Cambogia del dittatore Pot Pot, che alla metà degli anni Settanta provò ad immaginare un Paese senz'arte, ma fallì miseramente, lasciando un fiume di violenza e sangue, con montagne di teschi che oggi sono fonte di ispirazione per raffigurare artisticamente i mali del mondo.
Da che esiste, l'arte non è stata infatti usata solo per descrivere gli aspetti esteriori e più piacevoli dell'esistenza, ma anche e soprattutto per raccontare la realtà intera, nel bene e nel male. E' servita alla religione, alla politica, all'amore, alla psicanalisi, alla violenza, per dar forma a idee, follie, sogni e realtà che senza di essa non avrebbero potuto trovare espressione.
Vi invito a guardare all'arte contemporanea, se credete, non come a un esercizio per pochi specialisti, ma come a un'espressione necessaria della realtà del mondo che ci circonda e del tentativo di comprenderla.
Chi odia l'arte contemporanea rimpiangendo le opere del passato, rifiuta di accettare il fatto che i capolavori che tanto ama hanno rappresentato anch'essi il presente per la propria epoca. Rimpiangere il passato vuol dire negare l'oggi e rinunciare al futuro. Significa rinunciare a godere, anche nelle sue forme più strane e magari brutte, l'energia che sospinge, e sempre ha sospinto, ogni società.
L'arte contemporanea siamo noi, così come ci vediamo nello specchio del presente.
Per questo non può esistere un metro di giudizio assoluto.
La storia dell'arte contemporanea è un po' come nel film Rashomon di Kurosawa, dove ognuno dei protagonisti racconta la stessa storia in modo diverso.
Anche nell'arte la 'verità' non esiste.
Ci sono però dei divulgatori che utilizzano un metodo ben preciso, dicendo allo spettatore o al lettore: io so tutto di arte, tu non sai nulla, ma non ti preoccupare ti parlerò dell'arte in modo tale che non dovrai nemmeno fare la fatica di ricordarti cosa ti dico. Di solito questo tipo di narratori usa molte date, nomi di luoghi o persone, ad affascinare non è ciò che raccontano, ma la mole di conoscenze di cui dispongono. La tecnica è quella dei predicatori religiosi, che facendoci sentire inadeguati nei confronti di Dio, diventano ai nostri occhi gli unici capaci di procurarci un contatto col padreterno.
Io ho un'idea più luterana dell'arte, ossia penso che ad essa ci si debba accostare da soli, se veramente ci interessa.
L'arte non è una divinità, ma qualcosa di molto, molto umano.
'Lo potevo fare anch'io' Franceso Bonami
Mio nonno buonanima, Secondo Deusebio, pittore per scelta passionale e non professionale, mi diceva spesso che dimenticandoci della prospettiva, della luce e dell'ombra, dell'uso cosciente del colore, siamo tutti grandi artisti.
RispondiEliminaCondivido il pensiero del nonno pittore, l'atto della creazione artistica ha molto a che fare con l'inconscio, con l'istinto, con la passione... e molto poco con il pensiero razionale
RispondiEliminaChe peccato che ormai non ho la possibilità di fare (dare) una lezione come questa... Per 4 anni ho insegnato storia dell'arte e non sono riuscita ad insegnare quasi nulla agli studenti. E lo sai perché? Perché ancora imparo.
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