Si può notare che
l'esperienza del declassamento non implica necessariamente un salto
indietro rispetto alla propria condizione familiare di partenza, ma
anche solo un passo indietro rispetto alle aspettative indotte dal
sistema educativo o dal libero mercato.
Iosif Brodskij ha
raccontato in Fuga da Bisanzio il suo disagio di poeta non
riconosciuto dalla società e la necessità dolorosa dell'adattamento
alle condizioni materiali dell'esistenza:
“Una preferenza
istintiva ci portava a leggere piuttosto che ad agire. Niente di
strano se poi la nostra vita pratica fu più o meno un macello.
Anche quelli di noi che
riuscirono a farsi strada nelle intricate selve dell'educazione
superiore con tutte le inevitabili flessioni di ginocchia - e
altri organi - al sistema, furono alla fine vittime di scrupoli
imposti dalla letteratura e non poterono reggere oltre.
Finimmo con l'adattarci a
strani mestieri, servili o pseudoculturali; o a qualcosa di banale
come scolpire iscrizioni tombali, lavorare a un tavolo da disegno,
tradurre testi tecnici, tenere libri contabili, sviluppare
radiografie”.
Nessun commento:
Posta un commento