Anche sotto questa nuova prospettiva, la donna è l'illogico, lo scherzo, la contraddizione.
Il tema dell'inconsistenza logica ed etica dell'eros e della donna, della loro scintillante, amabile fugacità, fondata su un principio irrazionale, risuona in tutti gli accenti del convivere.
La donna è bella e splendida se è considerata esteticamente, ma non ci si può fermare alla fase estetica se si è uomini veramente, e allora essa diventa una quantità irrazionale. Essa è una cosa così strana, così mista, così composta, che nessun attributo la esprime, e che i molti attributi, se si adoperassero, si contraddirebbero in modo che solamente una donna potrebbe sopportarlo, e, ciò che è peggio, sentirsene felice.
Ma non dicono che la donna crea i poeti, i santi, i geni e gli eroi? è vero, ma in che modo li crea? li crea negandosi. Perché si diventa genio, eroe, poeta o santo per la donna che non si ha.
In questo senso è entusiasmante, ma dirlo senz'altro sarebbe rendersi colpevole di un paralogismo che non potrebbe sfuggire se non ad una donna.
L'idealità è nell'uomo, nella sua proiezione fantastica e illusiva. Ciò che la donna fa in senso positivo non desta idealità; quindi tutta l'importanza della donna è negativa, mentre la sua importanza positiva è nulla, se non dannosa. Essa non se ne accorge e si consola con la sua esuberante immaginazione.
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