lunedì 3 agosto 2020

Etimologia mon amour 02


Avere fegato: presso gli Etruschi il fegato era considerato sede di ogni sentimento e qualità interiore. Per gli antichi Greci era sede della caparbietà, della forza fisica e dell'amore sensuale.
Prima di sorriderne riflettete sul fatto che noi oggi continuiamo ad assegnare la sede dei nostri sentimenti al cuore, contro ogni evidenza scientifica ...
Tornando al fegato, dal suo esame gli indovini etruschi traevano previsioni, tale arte era detta “aruspicina” (da
ar che significa fegato e spicio che significa guardare). Gli aruspici predicevano il destino studiando il fegato degli animali sacrificati, comparandolo con un modello bronzeo (famoso è il fegato di Piacenza, modello riportante le ripartizioni degli dèi) per osservare quale divinità aveva mandato quel segno, per poi cercare di carpirne il significato.

Il termine “fegato” deriva dal latino “iècur ficatum” che stava per “fegato di animale ingrassato con i fichi”, molto apprezzato dai buongustai di allora. Poi cadde il sostantivo iècur e rimase solo il participio ficatum, poi trasformato nell'italiano fegato, senza più alcun riferimento ai fichi ma usato eventualmente nel senso etrusco come sede di sentimenti e di coraggio!

Come non ricordare il mito di Prometeo che coraggiosamente rubò il fuoco agli dei per donarlo agli uomini. Zeus lo condannò a essere incatenato per l'eternità a una roccia, e dispose che ogni giorno un'aquila gli divorasse il fegato. Ogni notte però il suo fegato ricresceva, così che l'aquila potesse tornare a divorarlo il giorno seguente. Nel mito è presente un fondo di verità: il fegato è infatti il solo organo del corpo umano capace di una rigenerazione quasi totale.



Barella: non so se ci avete mai pensato ma “barella” significa letteralmente “piccola bara”... già … la barella però, come sappiamo, serve anche a trasportare chi si sia semplicemente slogato una caviglia, questo perché in realtà già la parola “bara” implica in sé il concetto di trasporto, “bara” infatti è una parola longobarda che significava appunto “lettiga”, “trasportino”, dalla radice indo-europea “bhar” traducibile col verbo “portare”.

Curioso a tal proposito era il “Giudizio della bara” : era una pratica in uso nel medioevo (ma di cui si ha notizia ancora fino all'Ottocento) per scoprire l’autore di un omicidio: il cadavere dell’ucciso veniva esposto in luogo pubblico, e lo si faceva toccare da tutti coloro sui quali ricadevano dei sospetti, nella convinzione che al tocco della mano dell’omicida le ferite dell’ucciso tornassero a gettare sangue!

Ecco spiegato perché non trovavano mai il vero colpevole ...



Scuola: un ètimo che i professori e gli studenti faticano a digerire, deriva infatti dal greco “skolè” che significa “ozio”, “riposo”. Perché per gli antichi greci le occupazioni intellettuali erano considerate proprie di chi ... non aveva nient'altro da fare.
Anche per i latini il significato era simile, ad esempio negli stabilimenti termali lo spazio attorno alla vasca si chiamava “schola labri” (dove “labrum” sta per “vasca”), per indicare un posto dove si stava seduti a far niente.

Milioni di scolari si troveranno perfettamente d'accordo con questa definizione!





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