domenica 3 agosto 2014

Bologna: notai e poeti, anche erotici


A Bologna, nel 1265, ricoprono in coppia la carica di podestà i due frati gaudenti Loderigo e Catalano.
Con provvedimento statutario del 26 aprile i due podestà rendono obbligatori certi registri, detti libri memorialium o memorialia communis, o più brevemente "memoriali": registri in cui ciascun notaio deve semestralmente trascrivere i contratti e i testamenti che ha erogato.
Se tra un contratto o un testamento e il successivo restano spazi bianchi, questi devono in qualche modo essere anneriti con una scrittura purchessia, per assicurarsi che in data successiva qualcuno non scriva un altro contratto o testamento, truffaldinamente.
Questo annerimento degli spazi bianchi è un fatto suggestivo. Già i monaci benedettini che trascrivevano testi nel medioevo antico, annerivano qualche spazio bianco con proprie considerazioni personali, come i ragazzi a scuola che fanno disegnini sui quaderni o sui banchi. Altri lo fanno sui muri. Si possono scoprire tante motivazioni di certi gesti. Chi ha studiato la psicologia dei solutori di parole incrociate, crede di poter dire che il piacere di questa folla solitaria stia tutta nel riempire spazi vuoti.
I notai a Bologna, nel Duecento, inventano un modo peculiare di riempire gli spazi bianchi dei memoriali resi obbligatori da Loderigo e Catalano. Ci trascrivono poesie.
Altre città dopo Bologna adotteranno l'obbligo dei memoriali, ma solo a Bologna gli spazi bianchi verranno riempiti con poesie.
Quali poesie? Prevalentemente ballate anonime, popolareggianti, facili, magari anche un po' audaci, ma anche poesie d'autore.
Nel 1287 un notaio, Enrichetto delle Querce, trascrive un sonetto (o forse lo scrive sapendolo a memoria). E' un sonetto che comincia con: "Non mi porìano già mai fare ammenda". Sappiamo con certezza il nome dell'autore: Dante Alighieri.
"Ammenda" fa rima con "Garisenda", la torre che a Bologna c'è ancora, con questo nome, al giorno d'oggi. Della torre Garisenda Dante tornerà a parlare nell'Inferno (31.136). Nel 1287 Dante ha ventidue anni.
I memoriali costituiscono dunque una rara antologia di poesie che devono godere di una certa popolarità, e, caso unico, ogni singola poesia si trova ad essere esattissimamente datata, cadendo dopo un contratto o un testamento datato. Naturalmente trattasi di data del momento in cui la poesia ha raggiunto notorietà, non di data in cui la poesia è stata composta, ma è già molto.
E' anche un modo per tenere d'occhio cosa leggevano o cosa imparavano a memoria i notai di Bologna. Nel 1282, ad esempio, troviamo due poesie notevoli per un certo erotismo. Nella prima si parla di una ragazza che vorrebbe trovare un amante. Nella seconda si narra di una donna maritata che vuole organizzare una piccola orgia con la cognata.

(fonte: G. Dossena)













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