Lo scettico si rivela ancora una volta dialettico, poiché conosce il compiacimento e la soddisfazione di chi usa il proprio non-sapere per rendersi facile la vita. Sa che può accadere di avvalorare, con uno snobismo non privo di presunzione, la relatività di ogni conoscenza e l'irresponsabilità di ogni azione. Prende così di mira il moderno atteggiamento dell'eroica "resistenza davanti al nulla", ma anche l'esaltazione del fallimento per il fallimento, sempre così di moda. La sartriana passion inutile, capace di favorire sogni tranquilli, è riconosciuta e condannata dagli scettici contemporanei.
Lo scettico e il nichilista che diffidano della razionalità senza cuore, senza però esserne colpiti nella razionalità del cuore, sono antitetici alla scepsi. Non si tratta di sfumature ma di contraddizioni. Spesso si leggono citazioni che lamentano la miseria e l'impotenza dell'uomo, scelte come motto dello scetticismo moderno, ma solamente se si coniuga con la sua grandezza, la miseria dà vita all'inquietudine dell'uomo. La miseria come rifugio lacrimevole e rassicurante non basta da sola.
Che la propria condizione esistenziale ci distragga concependo noi stessi come un fatto tra gli altri, ci induce a dimenticarci del problema. Che però questa indifferenza sonnacchiosa, spacciata per filosofia scettica, si presenti come eroico nichilismo e finga grandezza, è davvero intollerabile.
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