giovedì 8 maggio 2014

La travagliata conquista di un fiore

A Firenze, tra il 1286 e il 1287, il ventunenne Durante Alighieri (meglio noto come "Dante") scrive un poemetto in 232 sonetti, tradizionalmente intitolato Il Fiore.
Per "fiore" qui si intende l'organo sessuale femminile.
Il poemetto racconta la travagliata conquista di un "fiore", e approda negli ultimi sonetti a un coito forsennato.

Il Fiore non è un'opera originale, bensì il divertito goliardico, svelto riassunto e rimaneggiamento di un romanzo pubblicato in Francia nel 1280: Le Roman de la rose, scritto in lingua d'oil. La storia del Roman de la rose è complicata, nella prima parte può collegarsi alle sottigliezze d'amor cortese dei trovatori provenzali, nella seconda è tutto intrecciato di questioni filosofiche e teologiche. Il Fiore sorvola sulle questioni filosofiche e teologiche ma aggiunge precise denunce politiche delle angherie commesse dai "borghesi sopra li cavalieri"...
Tutto il libro, a parte le polemiche politiche, è francamente osceno, e alcuni punti toccano il gusto della bestemmia. I frequentissimi, turbinosi, brutali francesismi sono da intendere come un'orgia, un oltranzismo di meticciato, di creolo franco-toscano da paragonare col franco-veneto fiorente nel Duecento nell'Italia settentrionale. Con la differenza che il franco-veneto vegeta e striscia nel regno del comico involontario, mentre il franco-toscano del Fiore corre, salta e caprioleggia nel regno del comico volontario.

Alcune anime candide  perdurano nell'aver dubbi sul fatto che il Fiore abbia potuto esser scritto da Dante Alighieri, considerando un sacrilegio questa indegna attribuzione, tenuta nascosta per sette secoli, negata con insolenza belluina.
Capite? Può essere duro immaginare che uno stesso giovanotto abbia scritto, schizofrenicamente, Il FIore e la Vita Nova.
Se "schizofrenicamente" vi sembra avverbio di intollerabile psicologismo, potete cercar di dire la stessa cosa in termini di critica letteraria: "perenne e contraddittoria sperimentalità".
Noi qui confidenzialmente teniamo per buono quel che dicono non da ieri gli studiosi più autorevoli: Il Fiore è di Dante Alighieri. Ma ufficialmente questa affermazione è stata consacrata nell'edizione nazionale delle Opere di Dante Alighieri a cura della società dantesca italiana solo nel 1984.

Se tu, lettore, sei uno studente con una vita organizzata in modo da dover sottostare a interrogazioni e esami, stai attento: se dici come se niente fosse che Il Fiore è di Dante puoi trovare qualcuno che ti sgrida, che ti dà un brutto voto, che ti boccia.





(fonte: G. Dossena)

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