giovedì 27 dicembre 2012

Abbiamo ragione di sperare

Fidati, lei avrà certamente trovato qualcuno che la consola, non è certo una che si accascia - come lui, con il suo disordine bambinesco, con quell'infantile paura che aveva piegato e contorto la sua vita in forme curiose.
Scoperto che tutti avevano il dovere di essere indulgenti con questi pasticcioni d'uomini-bambini, puri cuori nella ruvida tela dell'innocenza, e ben volentieri accettando la necessaria quota di conseguenti menzogne, lui si era messo a posto con le sue chicche sentimentali: verità, amicizia, dedizione e amor di patata.
Questo è quanto attualmente sappiamo, ma non è certo la storia intera. S'avvicina appena ai prodromi di una vera coscienza.
La premessa necessaria è che un uomo in certo qual modo è qualcosa di più delle proprie caratteristiche, più di tutte le emozioni, affanni, gusti e opere che si compiace di chiamare "la mia vita".
Abbiamo ragione di sperare che una vita sia qualcosa di più di questa nube di particelle, di questo mero conglomerato di fatti.
Esamina bene ciò che è comprensibile e concluderai che soltanto l'incomprensibile ti fornisce qualche luce.
Qualcosa all'estremo limite del tutto.




sabato 8 dicembre 2012

L'irrazionalità esistenziale della donna

La dialettica del pensiero non contiene nei suoi quadri l'irrazionalità esistenziale dell'amore, la sua negatività logica. La donna e l'amore appartengono alla sfera della vita e dell'immediato, antitetica alla sfera della riflessione e della mediatezza. Inoltre l'uomo, portatore dello spirito, ha come compito di essere assoluto, di agire in modo assoluto, di esprimere l'assoluto, mentre la donna sta nel relativo e nel finito. Tra due esseri tanto differenti non vi può essere una vera azione reciproca, e questa proporzione è lo scherzo, che è venuto nel mondo con la donna. Quindi, in amore, ci si diverte finché si considera la donna come uno scherzo, ma se la si considera come una quantità assoluta, si fa una quantità relativa di se stessi.
Anche sotto questa nuova prospettiva, la donna è l'illogico, lo scherzo, la contraddizione.
Il tema dell'inconsistenza logica ed etica dell'eros e della donna, della loro scintillante, amabile fugacità, fondata su un principio irrazionale, risuona in tutti gli accenti del convivere.
La donna è bella e splendida se è considerata esteticamente, ma non ci si può fermare alla fase estetica se si è uomini veramente, e allora essa diventa una quantità irrazionale. Essa è una cosa così strana, così mista, così composta, che nessun attributo la esprime, e che i molti attributi, se si adoperassero, si contraddirebbero in modo che solamente una donna potrebbe sopportarlo, e, ciò che è peggio, sentirsene felice.
Ma non dicono che la donna crea i poeti, i santi, i geni e gli eroi? è vero, ma in che modo li crea? li crea negandosi. Perché si diventa genio, eroe, poeta o santo per la donna che non si ha.
In questo senso è entusiasmante, ma dirlo senz'altro sarebbe rendersi colpevole di un paralogismo che non potrebbe sfuggire se non ad una donna.
L'idealità è nell'uomo, nella sua proiezione fantastica e illusiva. Ciò che la donna fa in senso positivo non desta idealità; quindi tutta l'importanza della donna è negativa, mentre la sua importanza positiva è nulla, se non dannosa. Essa non se ne accorge e si consola con la sua esuberante immaginazione.