lunedì 22 novembre 2010

La cultura impone costrizioni

La cultura impone costrizioni non solo alla sua esistenza nella società, ma anche alla sua esistenza biologica, e non solo a settori della sua esistenza umana, ma alla sua struttura istintuale stessa.
Ma queste costrizioni sono la condizione preliminare del progresso. Lasciati liberi di perseguire i loro obiettivi naturali, gli istinti fondamentali dell'uomo sarebbero incompatibili con ogni duratura associazione e conservazione: distruggerebbero perfino ciò che abitualmente uniscono.
L'Eros incontrollato è altrettanto funesto del suo antagonista, l'istinto di morte. La loro forza distruttiva deriva dal fatto che essi tendono ad una soddisfazione che la cultura non può concedere: alla soddisfazione come tale e fine a se stessa, in qualsiasi istante.
Gli istinti devono quindi essere deviati dalla loro meta, ed essere inibiti nel loro scopo. La civiltà comincia quando si è rinunciato efficacemente all'obiettivo primario, alla soddisfazione integrale dei bisogni.
Le vicissitudini degli istinti sono le vicissitudini dell'apparato psichico nella civiltà. Gli impulsi animali diventano istinti umani sotto l'influenza della realtà esterna. Freud descrisse questo cambiamento come la trasformazione del principio del piacere in principio della realtà.


(H. Marcuse, 1955)

2 commenti:

  1. Con qualche variazione, ritorni sulla nozione di libertà, mi sembra.

    RispondiElimina
  2. sì, è un concetto che mi è sempre stato caro e che ho cercato di analizzare sotto più punti di vista

    RispondiElimina